I limiti stanno molto più nelle nostre teste che in qualsiasi altro posto.
Parto da questa frase per fare il mio racconto dell’incontro sulla scuola organizzato da ScuolaFutura che si è tenuto venerdì 4/11 in sala Peruzzi.
Appena arrivata alcune amiche mi hanno chiesto se ero lì in qualità di mamma o di insegnante: al momento non ho saputo dare una risposta, che ho maturato nell’arco della serata: in qualità di cittadina, di membro della comunità.
La scuola riveste un’importanza fondamentale per il futuro e per il presente di un Paese, ancor più a livello locale, perché è nella scuola che si vivono (e si imparano a vivere, in un contesto che si suppone intenzionalmente educativo) le prime relazioni sociali tra i bambini, e tra le famiglie dei bambini.
Come in molti altri settori, la tenuta (la vogliamo chiamare resilienza?) del sistema scuola dipende da molti fattori, macro e micro.
La legge nazionale, ultimamente, non aiuta. Non aiutano i tagli e i vincoli entro cui sono imposti, anche se, volendo trovare nel bicchiere vuoto qualche goccia, i tagli ci aiutano ad accorgerci di cosa è importante, veramente importante, e cosa lo è meno; ci aiutano a capire quali risorse alternative possiamo ancora sfruttare, quali sono “rinnovabili” e quali no.
Poi c’è il livello dell’ente locale, e arrivo al punto, perché l’incontro di venerdì scorso toccava soprattutto questo livello.
Sono previsti (e in un certo senso obbligati dalla legge nazionale) dei cambiamenti nella scuola di base carpigiana: una riorganizzazione delle attuali istituzioni scolastiche che spetta al Comune attuare, sentiti i pareri dei Consigli di Istituto coinvolti.
La discussione iniziale (riassumo molto) verteva sulla scelta se ridistribuire le attuali 5 istituzioni scolastiche (3 istituti comprensivi* e 2 circoli didattici**) in 5 oppure in 4 istituti comprensivi. Si è giunti abbastanza presto alla conclusione che siano da preferire i 5 istituti (con meno alunni e quindi più gestibili, ed evitando tagli al personale che la soluzione a 4 avrebbe portato).
Il pomo della discordia a questo punto verte su come distribuire “equamente” le varie scuole in 5 nuove istituzioni comprendenti scuola media, e scuole primarie e dell’infanzia. L’Assessore ha elencato tutti i vincoli della riorganizzazione, asserendo che c’è una sola soluzione che garantisce una uguale distribuzione per numero di alunni, scuole dell’infanzia, scuole primarie a tempo pieno in territorio cittadino, sezioni di scuola media, ecc… Ma il risultato, pur numericamente perfetto su tutti i lati da cui lo si guardi, è molto disarmonico e scontenta un po’ tutti, motivo per cui era stato inizialmente bocciato da diversi Consigli.
Mi fa venire in mente quel bellissimo libro di Antonella Abbatiello, La cosa più importante: ogni animale reputa importante la propria caratteristica peculiare, e tutti gli altri animali si immaginano con quella, finché il saggio gufo non dice: “forse sono importanti tutte queste cose…” – “TUTTE???” Dicono gli altri, immaginandosi come una serie di mostri: tutti verdi come la rana, con le ali come l’uccello, le orecchie lunghe come il coniglio, i dentoni del castoro, gli aculei del porcospino…
Forse serve qualcuno che, come il gufo, aggiunga: “Non tutte INSIEME: ognuno ha la sua cosa importante”.
E forse serve quel processo di discussione collettiva in cui la comunità viene resa partecipe del processo decisionale, non solo dell’ineluttabilità della decisione finale, in cui insieme si discutano le criticità e le possibili soluzioni, sentendosi un po’ tutti anche nella pelle degli altri perché mio figlio non vale più del tuo, e perché se stiamo bene tutti allora sta bene anche ciascuno.
Venerdì sera a me sembra che sia emersa proprio la necessità di prendersi il tempo per questo confronto collettivo, per dirsi cosa ci sta a cuore di più, per esercitare la democrazia anche come metodologia di lavoro, come processo.
Cosa c’entra la Transizione?
Direttamente, il nostro gruppo non c’entra nulla. Sarebbe bello avere le energie per dedicarsi anche a questo tema, ma al momento non ci sono. Però…
– la Transizione ha la sua dimensione e ragione d’essere nella comunità. Una comunità che si rinsalda pensando che il bene di ognuno passa atttraverso il bene di tutti, e che condivide risorse e criticità alla ricerca di soluzioni accettabili per tutti;
– la Transizione è un cammino, è un processo. Sarà importante anche arrivare da qualche parte, ma anche la meta la si definisce in itinere;
– la Transizione è un passaggio, dal mondo che conosciamo a un mondo che potrebbe essere molto povero e difficile e brutto, oppure anche più bello, semplice e ricco: dipende dalle nostre scelte molto più di quanto non pensiamo… i limiti stanno molto più nelle nostre teste che in qualsiasi altro posto.
Io spero che la transizione dalla scuola carpigiana di oggi a quella di domani avvenga in questo modo condiviso, spero che la nostra città non perda questa occasione di crescita!
Annalisa
*Un Istituto Comprensivo è un’istituzione scolastica che accorpa sotto uno stesso dirigente una scuola media, una o più scuole primarie e una o più scuole dell’infanzia. A Carpi ci sono l’I.C. Carpi 2 (facente capo alle medie Fassi), l’I.C. Carpi Centro (facente capo alle medie A.Pio) e l’I.C. Carpi Nord (facente capo alle Focherini).
**Un Circolo Didattico è un’istituzione scolastica che accorpa sotto la stessa dirigenza solo scuole primarie e scuole dell’infanzia. A Carpi sono tali il 3° Circolo e il 4° Circolo. Per fare due istituti comprensivi in più, quindi, occorrono altre due scuole medie: una sarebbe l’attuale distaccamento delle A.Pio che è nei locali delle ex Ciro Menotti, l’altra la nuova scuola media in corso di costruzione a Cibeno.