Se qualche ritardatario è ancora alla ricerca di buone intenzioni e propositi per quest’anno appena iniziato, suggeriamo di valutare di inizare a fare il compost nel proprio giardino, per chi ha questa possibilità. Basta anche solo un piccolo angolo da dedicare a questo e non servono tante attrezzature o conoscenze preventive.
E’ però un gesto che ci riconnette in qualche modo con una realtà fisica e biologica dalla qualle corriamo il rischio di allontanarci troppo: quella dei cicli naturali, coi loro tempi e la loro trama di relazioni che non riusciamo a vedere.
La lettura di questo post di Jacopo Simonetta, specialista nella conservazione e gestione degli ecosistemi terrestri, nel suo blog può essere un grande aiuto per tutti.
“Compostare è facile” di Jacopo Simonetta, pubblicato il 16 gennaio 2016
Mi occupo di compost da una quindicina d’anni, quando da queste parti sembrava di parlare di una stravagante culto religioso. E con qualche successo, visto che dalla Scuola Agraria di Monza mandarono della gente a vedere quel che facevamo noi, perché non ci credevano.
Oggi di compost tutti ne parlano, ma una cosa non è cambiata: i librini sul compostaggio che vengono regolarmente distribuiti. Sembra che, spesso, siano scritti da qualcuno che è pratico di compostaggio industriale, ma che non lo faccia a casa propria. Il risultato è che non invogliano la gente a cominciare, anzi scoraggiano le persone che già hanno una marea di cose a cui pensare.
Già il nome esotico mi torna strano, perché questa è una cosa che si fa da sola da alcune centinaia di milioni di anni. E l’hanno fatta i contadini di tutto il mondo dal neolitico fino alla “Rivoluzione verde” degli anni ’60 e ’70.
Dunque vorrei qui condividere la mia personale esperienza, a cominciare da un punto fondamentale:
Compostare è facile, non è possibile che non riesca.
Sto parlando naturalmente di compostaggio domestico. Vale a dire degli scarti di una o due famiglie, anche se numerose, che abbiano a disposizione un giardino, anche se piccolo. Compostare, ad esempio, gli scarti di una mensa scolastica è fattibilissimo, visto che io lo ho fatto, ma ci vuole attenzione ed è possibile che di tanto in tanto puzzi. Il compostaggio industriale di tonnellate di materiale al giorno è invece una roba da specialisti e chi sbaglia può provocare danni anche seri.
Dunque torniamo entro i tranquilli limiti del compostaggio domestico e vediamo di sfatare alcune delle leggende metropolitane che circolano in proposito.
Il composter. Già prima di cominciare c’è chi discute dottamente di come deve essere fatto un composter. E’ vero che può essere più o meno pratico, ma a dirla tutta non è neanche necessario. In definitiva, quello che vi serve è semplicemente un modo per tenere in ordine il vostro cumulo di detriti. Punto. Se avete spazio, fate semplicemente un gran mucchio in un angolo ombroso; è il sistema più antico, più pratico ed efficace. Se avete poco posto fatevi un contenitore come vi pare, basta che appoggi sulla terra e che non sia impermeabile, né all’aria, né alla pioggia.
Gli strati. Una delle figure che di solito si trovano nei librini è quella dove si mostrano materiali diversi ordinatamente impilati a strati. Va bene per far capire che ci devi mettere dentro di tutto, ma non esisteranno mai degli strati in un compostatore domestico. Ci si ficca qual che si ha quando si ha. Punto.
La temperatura. Altra cosa inquietante e frequente è il grafico della temperatura. Il cumulo, si dice, prima si scalda, poi si raffredda con certi tempi e si deve vigilare che tutto questo avvenga come da manuale. E’ vero quando si fanno cumuli industriali: si mescolano gli scarti nelle giuste proporzioni e si fa il cumulo. Poi si vigila sulle temperature che devono variare entro certi limiti perché se più alte o più basse possono provocare incidenti, dal blocco del processo biologico, fino al percolamento di liquami nauseabondi o addirittura incendi. Ma questo può accadere con di cumuli di decine di tonnellate di materiale fresco. Nel compostatore di casa vostra al massimo metterete 50 chili di erba appena falciata. E potrete studiarvi il variare della temperatura come una divertente curiosità; non può succedere niente di male.
Il rapporto carbonio/azoto. Intanto diciamola più facile: rapporto fra materiali umidi (tipo erba e scarti di verdura fresca) e materiali secchi (tipo carta, foglie secche, ecc.). E’ vero, il processo funziona meglio quando ci sono determinati rapporti, ma non è che potete tenervi la roba in casa aspettando di mettere insieme la combinazione ideale. Ricordiamoci che il compostaggio è utile perché è il modo più semplice di sbarazzarsi dei rifiuti organici. Dunque buttateci dentro tutto alla rinfusa. Se sarà troppo secco, lo vedrete perché rimane mummificato e, infilandoci una mano dentro, non sentite umido. Basta bagnarlo, possibilmente con acqua sudicia come quella con cui avete lavato i pavimenti (senza varechina o detersivi), oppure o quella della pasta (fredda).
Se sarà troppo umido, lo vedrete dal fatto che cola liquido e spesso puzza. Mescolatelo con qualcosa di asciutto e spezzettato in modo grossolano. In mancanza d’altro, cartaccia accartocciata o pezzi di cartone.
La carne ed il pesce. Tabù assoluto! In effetti, se gestite una pescheria e vi è andato a male un quintale di pesce non è consigliabile di metterlo in fondo al giardino. Se poi i vicini vi rigano la macchina non hanno tutti i torti. Ma in una famiglia normale quel che si butta sono ossa e calli, lische e teste; bucce di salame e di formaggio. Tutta roba che composta benissimo senza problemi. Se per caso puzza un po’ basta buttarci sopra qualcos’altro.
Il cibo cotto. Altro tabù. In effetti il cibo cotto composta molto più lentamente del cibo crudo. E’ la stessa ragione per cui un pollo fresco va a male molto prima di un pollo arrosto. Ma vale lo stesso discorso di prima. In una famiglia normale la roba cotta si mangia. E se ci sono avanzi si mangiano l’indomani, magari riciclati in qualche modo estroso. La roba che finisce nella spazzatura già cotta è ben poca e non darà quindi nessun problema.
Vermi ed insetti. Nel mio compost ci sono i vermi! Questo grido fra l’iracondo e l’accorato è abituale. La risposta è: “Bene! Sono loro che fanno buona parte del lavoro”. Insieme alle mosche, ai coleotteri, i collemboli ed una miriade di organismi che neanche vi potete immaginare.
Topi. Qui occorre fare una distinzione fra topi e ratti, perché si somigliano, ma non sono la stessa cosa. I topi sono quelli piccolini. Se vivete in un posto dove non ce ne sono preoccupatevi. Sono infatti animaletti che si trovano praticamente dappertutto e, se in un giardino non ce ne sono, potrebbe essere un segnale che qualcosa di pericoloso contamina la vostra zona. O più semplicemente che avete un vicino fanatico di gatti. In ogni caso danno fastidio quando proliferano ed entrano in casa, cosa che periodicamente fanno comunque, compost o mica compost. Quando entrano in casa ammazzateli e poi metteteli nel composter.
I ratti somigliano molto ai topi, ma sono più grossi e quindi, se entrano in casa, possono fare dei danni maggiori. Anche loro ci sono sempre stati e sempre ci saranno e l’ultima volta che hanno portato la peste fu ai tempi di Renzo e Lucia. Se cominciano a diventare invadenti, se ne ammazzano un po’ e tutto rientra nella norma. L’importante è agire il febbraio-marzo se volete avere il massimo dell’efficacia ed il minimo di ratti. Purtroppo i metodi efficaci per contenere questi roditori sono estremamente crudeli, il che può porre un problema etico.
Escrementi. Distinguiamo. Quelli umani sono effettivamente una difficoltà perché sono tanti. Si può fare, ma è complicato. Gli escrementi di cani e gatti non sono assolutamente un problema, anzi aiutano ad allontanare topi e ratti. Naturalmente se non avete un allevamento! Come al solito è una questione di quantità.
Sfatate (spero) le leggende più comuni, posso dare qualche consiglio pratico:
- Fare il compost ha senso se ci ficcate dentro tutto quello che di organico esce dal vostro menage domestico: giardino e cucina (escrementi umani esclusi).
- Se per caso puzza, dategli una rigirata e se non basta buttateci sopra un po’ di terra, di compost vecchio, di cenere o altro materiale assorbente.
- Se si secca, bagnatelo con acqua sporca (senza additivi chimici).
- Fatelo sul terreno, possibilmente sotto un albero deciduo in modo che sia ombreggiato d’estate e soleggiato d’inverno.
- Non abbiate fretta. I processi biologici hanno i loro tempi. E’ un problema per chi produce compost per venderlo, non per voi.
- Non fatevi problemi e pensate al cumulo del compost come se fosse un animale domestico. Di che cosa ha bisogno? di mangiare, bere, respirare e riposare. Se la prendete in questo modo sarà facile da subito e, con un minimo di esperienza e di osservazione, potrete imparare un sacco di cose su come funziona la Vita.
AGGIORNAMENTO: Jacopo ha scritto un secondo interessante post su come compostare il cibo cotto, anche questo è da leggere