Un nuova area boscata a Carpi

15 febbraio 2016

Sempre domenica 21 febbraio a Carpi, c’è la possibilità di contribuire a piantumare alberi per dare vita a una nuova area boscata.

Domenica 21 febbraio a Carpi, per festeggiare i 30 anni dalla nascita dell’Assessorato all’Ambiente del Comune, inizieranno i lavori di realizzazione di una nuova area boscata, grazie alla collaborazione iniziata nel 2014 tra l’amministrazione comunale e il circolo Un Punto Macrobiotico (UPM) di Reggio Emilia.

L’intera cittadinanza è invitata a collaborare con i volontari alla piantumazione dell’area: gli alberi rappresentano da sempre un valore inestimabile per l’umanità, sono i custodi della nostra memoria e fonte di risorse preziose, in primis dell’aria che respiriamo. Sarà l’occasione di vivere una giornata di festa insieme alle associazioni che hanno collaborato alla realizzazione del progetto, agli scout del gruppo Carpi 1, già impegnati in iniziativa di tutela e salvaguardia del territorio, e ad altre realtà carpigiane.
Il ritrovo è previsto alle  9 nel parcheggio del cimitero di Fossoli: le attività proseguiranno per tutto il giorno. In caso di maltempo il tutto sarà rimandato alla domenica successiva.

 

 

 

 


Gesti concreti per il 2016: il compost

17 gennaio 2016

Se qualche ritardatario è ancora alla ricerca di buone intenzioni e propositi per quest’anno appena iniziato, suggeriamo di valutare di inizare a fare il compost nel proprio giardino, per chi ha questa possibilità. Basta anche solo un piccolo angolo da dedicare a questo e non servono tante attrezzature o conoscenze preventive.

E’ però un gesto che ci riconnette in qualche modo con una realtà fisica e biologica dalla qualle corriamo il rischio di allontanarci troppo: quella dei cicli naturali, coi loro tempi e la loro trama di relazioni che non riusciamo a vedere.

La lettura di questo post di Jacopo Simonetta, specialista nella conservazione e gestione degli ecosistemi terrestri, nel suo blog può essere un grande aiuto per tutti.

“Compostare è facile” di Jacopo Simonetta, pubblicato il 16 gennaio 2016

Mi occupo di compost da una quindicina d’anni, quando da queste parti sembrava di parlare di una stravagante culto religioso.   E con qualche successo, visto che dalla Scuola Agraria di Monza mandarono della gente a vedere quel che facevamo noi, perché non ci credevano.

Oggi di compost tutti ne parlano, ma una cosa non è cambiata: i librini sul compostaggio che vengono regolarmente distribuiti.   Sembra che, spesso, siano scritti da qualcuno che è pratico di compostaggio industriale, ma che non lo faccia a casa propria.   Il risultato è che non invogliano la gente a cominciare, anzi scoraggiano le persone che già hanno una marea di cose a cui pensare.

Già il nome esotico mi torna strano, perché questa è una cosa che si fa da sola da alcune centinaia di milioni di anni.   E l’hanno fatta i contadini di tutto il mondo dal neolitico fino alla “Rivoluzione verde” degli anni ’60 e ’70.

Dunque vorrei qui condividere la mia personale esperienza, a cominciare da un punto fondamentale:

Compostare è facile, non è possibile che non riesca.

Sto parlando naturalmente di compostaggio domestico.   Vale a dire degli scarti di una o due famiglie, anche se numerose, che abbiano a disposizione un giardino, anche se piccolo.   Compostare, ad esempio, gli scarti di una mensa scolastica è fattibilissimo, visto che io lo ho fatto, ma ci vuole attenzione ed è possibile che di tanto in tanto puzzi.   Il compostaggio industriale di tonnellate di materiale al giorno è invece una roba da specialisti e chi sbaglia può provocare danni anche seri.

Dunque torniamo entro i tranquilli limiti del compostaggio domestico e vediamo di sfatare alcune delle leggende metropolitane che circolano in proposito.

Il composter.   Già prima di cominciare c’è chi discute dottamente di come deve essere fatto un composter.   E’ vero che può essere più o meno pratico, ma a dirla tutta non è neanche necessario.   In definitiva, quello che vi serve è semplicemente un modo per tenere in ordine il vostro cumulo di detriti.   Punto.   Se avete spazio, fate semplicemente un gran mucchio in un angolo ombroso; è il sistema più antico, più pratico ed efficace.   Se avete poco posto fatevi un contenitore come vi pare, basta che appoggi sulla terra e che non sia impermeabile, né all’aria, né alla pioggia.

Gli strati.   Una delle figure che di solito si trovano nei librini è quella dove si mostrano materiali diversi ordinatamente impilati a strati.   Va bene per far capire che ci devi mettere dentro di tutto, ma non esisteranno mai degli strati in un compostatore domestico.   Ci si ficca qual che si ha quando si ha.   Punto.

La temperatura.   Altra cosa inquietante e frequente è il grafico della temperatura.   Il cumulo, si dice, prima si scalda, poi si raffredda con certi tempi e si deve vigilare che tutto questo avvenga come da manuale.   E’ vero quando si fanno cumuli industriali: si mescolano gli scarti nelle giuste proporzioni e si fa il cumulo.   Poi si vigila sulle temperature che devono variare entro certi limiti perché se più alte o più basse possono provocare incidenti, dal blocco del processo biologico, fino al percolamento di liquami nauseabondi o addirittura incendi.   Ma questo può accadere con di cumuli di decine di tonnellate di materiale fresco.   Nel compostatore di casa vostra al massimo metterete 50 chili di erba appena falciata.   E potrete studiarvi il variare della temperatura come una divertente curiosità; non può succedere niente di male.

Il rapporto carbonio/azoto.  Intanto diciamola più facile: rapporto fra materiali umidi (tipo erba e scarti di verdura fresca) e materiali secchi (tipo carta, foglie secche, ecc.).   E’ vero, il processo funziona meglio quando ci sono determinati rapporti, ma non è che potete tenervi la roba in casa aspettando di mettere insieme la combinazione ideale.   Ricordiamoci che il compostaggio è utile perché è il modo più semplice di sbarazzarsi dei rifiuti organici.    Dunque buttateci dentro tutto alla rinfusa.   Se sarà troppo secco, lo vedrete perché rimane mummificato e, infilandoci una mano dentro, non sentite umido.   Basta bagnarlo, possibilmente con acqua sudicia come quella con cui avete lavato i pavimenti (senza varechina o detersivi), oppure o quella della pasta (fredda).

Se sarà troppo umido, lo vedrete dal fatto che cola liquido e spesso puzza.   Mescolatelo con qualcosa di asciutto e spezzettato in modo grossolano.   In mancanza d’altro, cartaccia accartocciata o pezzi di cartone.

La carne ed il pesce.  Tabù assoluto!   In effetti, se gestite una pescheria e vi è andato a male un quintale di pesce non è consigliabile di metterlo in fondo al giardino.  Se poi i vicini vi rigano la macchina non hanno tutti i torti.   Ma in una famiglia normale quel che si butta sono ossa e calli, lische e teste; bucce di salame e di formaggio.   Tutta roba che composta benissimo senza problemi.   Se per caso puzza un po’ basta buttarci sopra qualcos’altro.

Il cibo cotto.   Altro tabù.   In effetti il cibo cotto composta molto più lentamente del cibo crudo.  E’ la stessa ragione per cui un pollo fresco va a male molto prima di un pollo arrosto.   Ma vale lo stesso discorso di prima.   In una famiglia normale la roba cotta si mangia.   E se ci sono avanzi si mangiano l’indomani, magari riciclati in qualche modo estroso.   La roba che finisce nella spazzatura già cotta è ben poca e non darà quindi nessun problema.

Vermi ed insetti.  Nel mio compost ci sono i vermi!   Questo grido fra l’iracondo e l’accorato è abituale.   La risposta è: “Bene!  Sono loro che fanno buona parte del lavoro”.   Insieme alle mosche, ai coleotteri, i collemboli ed una miriade di organismi che neanche vi potete immaginare.

Topi.  Qui occorre fare una distinzione fra topi e ratti, perché si somigliano, ma non sono la stessa cosa.   I topi sono quelli piccolini.   Se vivete in un posto dove non ce ne sono preoccupatevi.   Sono infatti animaletti che si trovano praticamente dappertutto e, se in un giardino non ce ne sono, potrebbe essere un segnale che qualcosa di pericoloso contamina la vostra zona.   O più semplicemente che avete un vicino fanatico di gatti.   In ogni caso danno fastidio quando proliferano ed entrano in casa, cosa che periodicamente fanno comunque, compost o mica compost.   Quando entrano in casa ammazzateli e poi metteteli nel composter.

I ratti somigliano molto ai topi, ma sono più grossi e quindi, se entrano in casa, possono fare dei danni maggiori.   Anche loro ci sono sempre stati e sempre ci saranno e l’ultima volta che hanno portato la peste fu ai tempi di Renzo e Lucia.   Se cominciano a diventare invadenti, se ne ammazzano un po’ e tutto rientra nella norma.   L’importante è agire il febbraio-marzo se volete avere il massimo dell’efficacia ed il minimo di ratti.   Purtroppo i metodi efficaci per contenere questi roditori sono estremamente crudeli, il che può porre un problema etico.

Escrementi.   Distinguiamo.   Quelli umani sono effettivamente una difficoltà perché sono tanti.   Si può fare, ma è complicato.   Gli escrementi di cani e gatti non sono assolutamente un problema, anzi aiutano ad allontanare topi e ratti.   Naturalmente se non avete un allevamento!   Come al solito è una questione di quantità.

 

Sfatate (spero) le leggende più comuni, posso dare qualche consiglio pratico:

  1. Fare il compost ha senso se ci ficcate dentro tutto quello che di organico esce dal vostro menage domestico: giardino e cucina (escrementi umani esclusi).
  2. Se per caso puzza, dategli una rigirata e se non basta buttateci sopra un po’ di terra, di compost vecchio, di cenere o altro materiale assorbente.
  3. Se si secca, bagnatelo con acqua sporca (senza additivi chimici).
  4. Fatelo sul terreno, possibilmente sotto un albero deciduo in modo che sia ombreggiato d’estate e soleggiato d’inverno.
  5. Non abbiate fretta. I processi biologici hanno i loro tempi.   E’ un problema per chi produce compost per venderlo, non per voi.
  6. Non fatevi problemi e pensate al cumulo del compost come se fosse un animale domestico.   Di che cosa ha bisogno? di mangiare, bere, respirare e riposare.    Se la prendete in questo modo sarà facile da subito e, con un minimo di esperienza e di osservazione, potrete imparare un sacco di cose su come funziona la Vita.

AGGIORNAMENTO: Jacopo ha scritto un secondo interessante post su come compostare il cibo cotto, anche questo è da leggere

 


Attenti al meteo

13 ottobre 2014

Riportiamo pari pari da Transition Italia

Attenti al meteo

by Luca Lombroso

Ringrazio Cristiano dell’invito a scrivere sul blog di Transition Italia.

Come ben sapete, stiamo vivendo una “nuova normalità”, in cui dobbiamo già ora convivere con eventi che un tempo non lontano erano l’eccezione e non la regola.

Come può, una comunità in transizione, aumentare la resilienza verso eventi come quelli accaduti a Genova nelle ultime ore?

L’informazione meteorologica è sicuramente un valido strumento di resilienza, e il primo modo per convivere con questi eventi è osservare cosa sta succedendo. Insomma, il classico “osserva e interagisci” della permacultura.

Per esempio, massima attenzione per l’odierna giornata. Sono stati emessi allerta meteo ufficiali per esempio in Liguria (Allerta 2, il massimo), in Lombardia (molte zone in “criticità” moderata e alcune elevata, rosso) e in Toscana (molte zone in allerta arancio “medio”)per fare alcuni esempi. In Emilia Romagna siamo in “allerta temporali”in molte zone, soprattutto dell’Appennino.

Come vedete la modalità cambia di caso in caso, non è facile per il non addetto ai lavori capire cosa significano i termini usati, che pure si riferiscono a precisi protocolli. Occorre dunque lavorare, in collaborazione con gli enti stessi, per migliorare e integrare in veste transizionista e di resilienza queste informazioni in modo da rendere più leggibili e di utilità pratica.

Sperimentalmente, abbiamo individuato tre livelli di attenzione (volutamente non li chiamiamo allerta):

  1. Attenzione 1 debole: quasi tutte le perturbazioni comportano questa situazione, si può continuare la vita normale, ma è opportuno iniziare a stare attenti a cosa succede e pronti all’eventuale degenerare della situazione
  2. Attenzione 2 moderata: queste condizioni   possono comportare problemi nello svolgere la vita con i ritmi e i modi in cui siamo abituati, perché sono possibili eventi che, in qualche caso, possono comportare pericolo per persone e/o cose. Pensiamo al classico allagamento improvviso dei sottopassi, in genere in modo sporadico e localizzato
  3. Attenzione 3 estrema: è necessario essere pronti alle peggiori eventualità e modificare i normali tempi di vita e lavoro per protteggere le persone e le cose. Classico esempio, l’alluvione di Genova, o quella in Emilia dello scorso gennaio 2014.

Ci ritorneremo, e approfondiremo questo discorso, che non vuole sostituire, ma integrare e aumentare la resilienza in presenza di allerta ufficiali.

Dunque, indicativamente e sperimentalmente, ancora per oggi (lunedì 13 ottobre 2014) è una condizione da attenzione 3 estrema la Liguria, soprattutto il genovese e il levante, un gradino meno (ma non abbassate la guardia) il ponente; attenzione 1 debole in Piemonte e attenzione 2 moderata la Lombardia specie per quanto riguarda l’area alpina e prealpina e le città limitrofe (inclusa Milano). In Emilia Romagna le piogge sono in intensificazione e aumenteranno soprattutto fra Parma e Piacenza e in Appennino, e da attenzione 1 debole si passerà a 2 moderata. Anche in Toscana livello 2 moderato. Questo per l’odierna giornata (lunedì 13 ottobre), domani per fortuna migliora rapidamente, ma mercoledì avremo una ritornante delle piogge e temporali al nord est, inclusa l’Emilia Romagna. Poi, si assisterà a un ritorno di alta pressione subtropicale con una nuova ondata di caldo tardivo specie al centro sud e, a causa dell’inversione termica, in montagna.

Insomma, il riscaldamento può attendere: ci pensa già quello globale!

Luca Lombroso

Meteorologo free lancer


Orti in Piedi a Campogalliano sabato 24 maggio con Slow Food

22 Maggio 2014

Sabato 24 maggio
Laghi Curiel
via Albone 27
Campogalliano – Modena

dalle ore 10.00 alle 23.00


ORTI IN PIEDI
ISTRUZIONI PER L’USO SU COME CREARE
E MANTENERE UN ORTO IN CASA

Slow Food Modena presenta la prima iniziativa sugli orti verticali urbani progettati e realizzati in modo “Buono, Pulito e Giusto”. L’iniziativa nasce dalla necessità di approfondire gli aspetti culturali e pratici della coltivazione di orti in spazi non convenzionali, come terrazzi, balconi o finestre. Orti in Piedi porterà la filosofia Slow Food all’interno di questo innovativo modo di auto-prodursi il cibo; non è infatti sufficiente accudire le piante, ma lo si deve fare nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità e per il piacere di consumare cibo gustoso. La giornata offrirà ai partecipanti lezioni e workshop tenuti da esperti di fama nazionale, un mercato con piante da orto biologiche, laboratori per bambini e appuntamenti enogastronomici.Ingresso gratuito

Qui il programma, c’è anche il nostro amico Roberto Tinarelli a parlare

Cecilia’s picks – 31/01/12

31 gennaio 2012

Sabato 15 ottobre: Puliamo La Lama

11 ottobre 2011

Questo sabato a Carpi c’è una bella occasione per fare qualcosa di utile all’aria aperta e in compagnia:  Puliamo insieme la Lama.

Per i dettagli e per chieder informazioni, qui.

 


Velocipede reclinato

8 giugno 2011

Il velocipede reclinato o (recumbent bicycle) è un tipo di bicicletta che pone il ciclista in una posizione seduta supina o, più raramente, prona.

Molti veicoli ecologici e “alternativi” (soprattutto coperti per l’uso sotto il maltempo) appartengono a questa categoria.

Qui sotto la foto di un bellissimo esemplare fotografato al Parco del Mincio:


Piantare alberi, INTANTO

16 Maggio 2011

Segnalato e proposto da Federica

Questo “bambino” (in realtà ha già 13 anni) ha capito tutto: Stop talking, start planting.

Nel dubbio, piantare alberi.

Prima lo si fa, prima questi iniziano a sequestrare CO2, a proteggere il suolo e a creare biomassa utile. Se lo si fa in modo intelligente, gli alberi sanno badare a sé stessi senza troppi interventi esterni.

Il tempo è la variabile chiave.

Spesso ci illudiamo sperando in soluzioni mirabolanti senza pensare che, anche avendole, bisogna disporre del tempo per implementarle.

Che facciamo a Carpi, ci accontentiamo?
O magari partiamo dal Parco Lama?


Giorgio Celli

15 Maggio 2011

Mi concedo uno spazio personale per un triste annuncio:
Giorgio Celli è ricoverato in gravi condizioni.


Riconosci questi marchi?

2 Maggio 2011

(via questo tumblr, via Meristemi)